…Però noi a Grassina, i mulini si costruiscono in posti più accessibili!

Belli (e ancora puliti…) come il sole.
Un grazione a Giuseppe che ha tappato il vuoto di un disperso Frezza…

“No guarda, io ci ho dato un occhio. Sono i primi 2km di salita, poi l’è tutto un mangia e bevi…”
Ecco: Questo mi rimbalzava nella testa, mentre dopo aver passato i primi 2km di salita, peraltro neanche troppo arrabbiata, iniziavo dopo aver salutato Sabrina e Fabrizio (grandissimi: partiti per 4km, fatti 14!!) un qualcosa che era una via di mezzo fra il Pordoi e una ferrata di 5°grado. O che altimetria avrà guardato ieri sera Valdemaro? Mah…

Dice che corre con noi… O parte prima, o va come
le bombe. Io non l’ho mai visto!! Roberrrto Miniati!!!

Davanti a me, ormai “compagna di sofferenza” ricorrente, la Rossana che tiene compagnia ad altre anime perse ed arrancanti. Siamo alle ultime “curve” e in terra vedo una citazione dell’inferno di Dante. Penso che  potrebbe essere l’ultima cosa che vedo, vista la situazione cardio/polmonare, son quasi per pensare di strapparlo per l’epitaffio sulla mia tomba quando qualcosa mi dice di lottare ancora e così arrampicando a mano (giuro!!) facciamo gli ultimi 200 metri dove da una piazzola si vede un paesaggio splendido di…. di… boh! Ero talmente scosso ed esausto, che chissà che posto era!
Nel frattempo un signore e una signora in gara, si fanno una foto ricordo proprio vicino allo strapiombo, lodando il panorama. Son tentato di spingerli di sotto, ma carità cristiana mi ferma e riparto.

Vanno… non c’è verso di riprenderli!!

Si inizia a scendere, rimetto la carcassa in ordine e trovo pure il ritmo buono. Anche Stefano lo trova, anzi, scende giù alla grande, mi accodo e “seminiamo” momentaneamente Rossana che scende più guardinga. 

I nostri camminatori rapidi …e resistenti!!

Si scende ancora e in single track si fa il trenino, (ma nessuno faceva: pe peee-pe pe pe peeee!!) sento pressione da chi è dietro, cerco di metterlo in condizione di passare e nello stare troppo attento alle traiettorie, ma non al terreno, aggancio una radice che mi  mette a pelle di leone su una “splendida” pozza di mota. Niente di grave, riparto e mi rimetto in coda. “Roncerò” un’altra volta nella discesa (ma lì non mi ha visto nessuno, eh eh eh!!) fino ad arrivare un po’ malconcio al ristoro.

Il “trenino degli ultimi” è ancora compatto: Frezza in fuga, Mannucci, Olimpi e Ronconi inseguono.
Si scende: Stefano mette la quinta e si attacca a Valdemaro, io più dietro tento di tenerli, ma quando la discesa aumenta decido di risparmiare, il salitone mi ha messo a dura prova e poco mi fido dei miei ginocchi. Anche Rossana cede un po’ e non la vedo più alle spalle.
“Da dove vù venite?” chiede un signore nel bosco: “un lo so…” gli rispondo. Ripeterà la domanda 4/5 volte finché poi gli ho risposto “a modino”. Non mollerà comunque la cinghia, interrogando tutti quelli dietro a me. Trabocchetto con test psicologico dell’organizzazione? Chissà… ma se avevo un po’ di fiato in più, c’era un pensionato col cappello in meno da oggi…

Secondo ristoro: 3Km dalla fine. In verità non ci sarebbe stato un secondo ristoro, ma ne approfitto e grazie alla pietà umana del Presidente del “ponte” e della Laura che erano lì di servizio, recupero un “pieno” per gli ultimi sforzi.
Ultimi 3km duri perché ero finito, ma bellissimi. La discesa bella morbida nel campo, con un panorama stupendo, l’attraversamento del fiume al Mulinaccio (finalmente!! Pensavo fosse una trovata per attirarci…) uno scampolo di salita e poi l’ultima discesa che mi porta alla fine della gara. 

Segue l’attraversamento della statale circondato dai volontari dell’Humanitas si Scandicci e poi un bel respirone per gli ultimi 100 metri, dove la rassicurante voce di Tiziano annuncia il mio arrivo sul traguardo. E’ fatta! Anche questa…
L’arrivo di Stefano e il “segreto” della Resurrezione nella seconda
parte di gara, poi scoperto negli spogliatoi…
Tutte la foto di questa settimana: © Sabrina Giovannini