3 novevembre 2013″Olimpi, vada avanti lei che mi vien da ridere…” – L’Eroica vista da Michele

5.45 del mattino: Mentre un Runner Giapponese vestito di nero e “armato” di bandana da guerra passa… “Ciao, ciao!! E’ stata una bellissima serata, buonanotte!!” dei giovani si salutano così. Eh? Mi tiro uno schiaffo devo essere rimasto a cavalcioni fra il sonno e la veglia… oppure no! Ecco gli altri che arrivano. Saluti di rito e poi via verso Gaiole in chianti, sonnecchiando comodamente sul montante posteriore della focus del Secci. 
Gaiole: sinonimo di buon vino, di paesaggi stupendi, ma per oggi sede de “l’eroica”, gara ANCHE podistica sui 12, 21, 42 e 62 km, dove la locomotiva umana grassinese ha piazzato uno o più atleti per ogni specialità. Eccezion fatta per i 4 o 5 dormiglioni che sono andati a controllare 6 ponti a Agliana. Si parte bene! Nè io nè i miei compagni di staffetta risultiamo iscritti, l’organizzazione ha fatto un po’ di casino, ma la nostra Presidenta, carte alla mano, risolve tutto e quindi in un battibaleno ci ritroviamo pronti… a vedere la partenza!! A vedere sì, perchè Noi (plurale maiestatis, tanto son grosso, me lo posso permettere) non siamo mica podisti normali, siamo staffettisti, si parte a mezzo, dopo che i nostri compagni (la Monica, nel mio caso) hanno fatto il lavoro “sporco” dei primi 21 Km. Escluso me, Il Secci, il Pasquini e il Frezza che “staffettiamo”, Giancarlo, la Grazia e Andrea puntano alla 42, Milena e Luciano sulla 12, La Silvia, veramente eroica, sui 62 (che donna!!!) Pronti, via! Con la lacrimuccia saluto la “mia” Monica e col sorriso saluto tutto il resto del plotone. Finalmente solo, finalmente, per la prima volta e forse mai più, il bagno tutto per me, Yuppiiiiii!!! Bene, ripreso il vivo si parte col Secci e il Frezza verso la “nostra” partenza, tengo banco: il nervosismo mi mangia, chiacchero come un ossesso disparando le peggio cazzate ai poeracci che mi capitano a tiro camminando, correndo, saltellando su e giù, fino a che ecco la mia compagna… parto, l’affianco, facciamo 50 metri insieme, gli lascio due o tre istruzioni di servizio (ovvero: dove è la macchina…) batto un cinque e viaaaaa!!! Mi raccomando: braccia basse, respiro tranquillo e rassegnazione. 
Ci sono 5 Km di salita. Duri, ma mangio due o tre avversari. Durini, devo ricalcolare, supero troppo. Duretti, ecco ora ho trovato il ritmo giusto. Piani, ora anche la strada è giusta, meno male! Primo ristoro: Ahhhh, il cohahola!!! Bònoooo!!! con la discesa ancor di più!! M’attacco a un Signore, penso: “questo lo lascio al palo” e invece… mi porta giù a ritmo allegro, ma non c’è verso di passarlo, la paura di troncare il ginocchio consiglia prudenza, però in fondo alla discesa arriva il secondo ristoro. Ahhhhaaaa! Ancora ì Cohahola!! Mi dispiace per gli altri che mi seguono, ma la gola mi frega, ingurgito e aggrappo la salita, poveracci dovranno sopportare i miei sospetti rumori per diversi Km… Si sale, si sale, si sale, accident’ammé e quando non consulto mai i prospetti altimetrici, era quaesta quella dura, non quella di prima!! Arranco sempre di più, un paio di volte devo mollare, poi la salvezza: il nemico giurato, quello che ti fa andare il sangue al cervello: una divisa della “nave”… Non so perchè, ma quando vedo bianco e verde, divento verde anch’io e trovo forze che non sapevo di avere: Stringo i denti metto al lingua fuori Supero e… che bello, una discesa, piana, asfaltata, veloce!! E allora giù per diversi chilometri a fiato perso, dimenticando poi che il fondo cambia e diventa erboso, sassoso, strada bianca… chissenefrega!!! Ristoro: ariborda Cohahola! Anche un paio di crostatine (è domenica anche all’OSMA permettono un dolcino…) E via di nuovo in discesa fino a che non arriva anche la promessa ciclabile, segnale di fine imminente dove mollo un po’ il gas, voglio presentarmi sul traguardo tardi, ma lucido. Benzinaro prima dell’arrivo: mollo ancora, forse tendo un po’ ad addormentarmi, ma 100 metri più avanti ci pensano i miei tifosi più importanti, i componenti della mia squadra, con il piccolo Oscar in prima fila a fare un tifo da stadio che mi da la forza di trovare le ultime energie per girare l’ultimo angolo e passare sul traguardo. 
Non senza un’ulteriore sorpresa: il secondo arrivato della 62Km che sopraggiungeva alle mie spalle, vista la super torcida dei miei compagni, sorride, molla il ritmo e mi spiana la strada: “Ma prego!”, mi dice, “prima lei!” Che Signore!!

Michele

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